- In saldo!
Cantina D'Ancona - Passito Cimillya Ed. Riserva Centenario - 2018 - 75 cl
- Tipologia Vino Passito Bianco
- Denominazione Passito di Pantelleria DOC
- Vitigno 100% Zibibbo
-
Zona di produzione
Pantelleria
Trapani - Trapani
- Annata 2018
- Tipo di suolo vulcanico
- Gradazione alcolica 14,5%
- Filosofie produttive Artigianale
- Temperatura di servizio 10 °C
-
Abbinamenti
Dolci
Formaggi Stagionati - Formato 75 cl
- Allergeni Contiene Solfiti
- 5
- In purezza
- Serve una mano? Consulta il Glossario
Descrizione
Cantina D'Ancona
L’Azienda Agricola D’Ancona, la più antica dell’isola di Pantelleria, è una piccola azienda a carattere familiare, operante nella località Cimillia. I ricordi giungono a ricostruire la storia dell’azienda in un arco di ormai quattro generazioni: Salvatore D’Ancona, già enologo negli anni ’20 del secolo scorso e professore all’Istituto di Agraria allora presente nell’isola, decise di abbandonare l’insegnamento per dedicarsi a tempo pieno alla sua attività. La sua prima cantina nacque in località Margana ma negli anni ’30 fu trasferita a Sciuveki, quando proprio a Margana iniziò la costruzione dell’aereoporto per scopi militari ed espropriarono tutti i terreni della zona. Salvatore spediva già il Passito e l’uva passa con i velieri, e successivamente con i motovelieri, verso i principali porti italiani (Marsala, Napoli, Livorno, Genova). Da sottolineare che il Passito veniva imbottigliato, cosa rarissima all’epoca, con bellissime etichette di cui conserviamo ancora qualche esemplare! Continuò il figlio Antonio, Totò per gli amici, che rientra a Pantelleria nel 1963 dopo una lunga permanenza a Tripoli. Molto riservato e refrattario a qualsiasi forma di presenzialismo, era comunque conosciuto nell’ambiente come un professionista influente ed esperto. La sua particolare cura e attenzione per la produzione dei vini nasceva già in vigna: ancora oggi alcuni conferenti ricordano con ammirazione e nostalgia i consigli e le direttive che era solito dare per ottenere uve della migliore qualità. Totò decise di spostare la cantina nella sua collocazione attuale in località Cimillìa, all’interno di un antico dammuso di proprietà della moglie Angela, e si dimostrò subito un innovatore e un precursore di quello che oggi è chiamato “turismo enogastronomico”: introduce l’uso delle vasche di cemento, dà il via alla vendita per corrispondenza e ospita nella sua cantina tantissimi visitatori di passaggio cui fa degustare i propri vini, offerti con semplicità ma come dono prezioso, come opera d’arte costata fatica e sudore. All’esterno del vecchio dammuso Totò apre un grande piazzale dove nel mese di agosto viene ancora stesa l’uva per l’appassimento, e sistema un antico giardino arabo che racchiude al suo interno tre alberi di arancio. Alla sua morte sono i 5 figli a continuare l’opera del padre, ma l’Azienda entra in una fase critica di transizione generazionale tipica di molti business a conduzione familiare, finché nel 2000, dopo cambiamenti nello statuto societario, passa in gestione a solo due delle figlie di Totò, Caterina (Ketty per gli amici) e Sara, supportate dalla presenza e dall’aiuto importantissimo della madre Angela. Inizia quindi una fase importante di rilancio in cui si è provveduto alla ristrutturazione e all’ammodernamento della cantina, e si è dato un nuovo impulso all’attività di accoglienza durante l’estate, con attività di informazione sui processi produttivi, degustazioni dei vini abbinati ai prodotti tipici dell’isola e organizzazione di serate per la presentazione di libri, documentari e altre iniziative culturali. Oggi è Lorenzo, il figlio di Ketty, che dopo gli studi in ingegneria e un’esperienza professionale nell’automotive, si sta avvicinando all’azienda con rinnovato entusiasmo, e a portare nuove idee soprattutto nel settore del marketing e della comunicazione. La sfida è adesso quella di accompagnare l’azienda in un mondo sempre più globale e in veloce mutamento senza comprometterne l’identità e l’integrità.